Ultimo viene il corvo

Recensione di Anna Zuffi, 3^C, Scuola Media Italo Calvino
Calvino ha vissuto la Resistenza e la racconta facendola vivere attraverso un ragazzo inserito in un gruppo di partigiani. “Ultimo viene il corvo”, tratto da “I Racconti” di Italo Calvino, scritto nel 1946 e pubblicato nel 1982. Parla di un ragazzo bravo a sparare che incontra alcuni partigiani che, per fame, cercano di pescare qualche pesce tirando bombe nell’acqua. Si unisce a loro sparando ai pesci con un loro fucile e inizia a sparare a qualsiasi cosa veda. Quando avvista una pattuglia di tedeschi comincia a colpirli svegliando i compagni, che accorrono in suo aiuto. Uno dei nemici viene inseguito nel bosco dal ragazzo. Il ragazzo è attento agli uccelli, ma non lo perde di vista. Quando passa un corvo il soldato preoccupato e stanco esce dal suo nascondiglio urlando: “Là c’è il corvo!”. Subito un proiettile del fucile gli perfora il petto. In questo brano si può già notare che il ragazzo non aveva ben capito cosa fosse la guerra ma nonostante la sua ingenuità ha ucciso il soldato. Nel finale però sembrava che il ragazzo avesse il ruolo del cattivo. Questo secondo me significa che per vincere ci vuole astuzia e il ragazzo ce l’aveva, però è anche vero che devi essere consapevole di ciò che fai, o che avrai intenzione di fare, prima di agire. Lo stile di questo testo è caratterizzato da frasi e da parole informali (es. Cribbio). Le sequenze hanno un ritmo lento in modo da far capire la realtà della guerra partigiana. Il racconto accelera nella parte finale (Sbucò e sparò; Gli bruciò). Poi Calvino mette dei punti interrogativi in modo da creare un’attesa prima della morte. È una lettura sulla Resistenza; aiuta a capire quali erano le dinamiche di questo difficile periodo italiano. Anche un libro di storia ci parla di Resistenza, ma nel romanzo i fatti sono anche negativi, perché al contrario non si vedono le conseguenze positive di essa. L’autore prende spunto dalla storia di questo periodo per esprimere i suoi pensieri.